N&W Italia

La mossa era strategica ma rischiosa: chiudere tre linee produttive in Danimarca e portarle in Italia, senza perdere un solo cliente. Ma si doveva fare: per la N&W di Valbrembo, leader nel mercato internazionale dei distributori automatici per bevande e snack, con un fatturato di 320 milioni di euro, significava ridurre i costi di produzione e recuperare margini. Con il rischio però di perdere grosse commesse in Nord Europa.

La vicenda comincia nel 2000, quando Necta, ex gruppo Zanussi, acquisisce il controllo della storica concorrente Wittenborg, società danese nata nel 1924 che ha sempre operato nei Paesi del Nord Europa. Insieme diventano il numero uno delle vending machine, i distributori automatici di bevande, caffè e snack nei settori HoReCa e office coffee. La neonata N&W si espande ancora fino al 2007: compra il gruppo Sgl ed entra nel mercato del caffè porzionato da casa, infine consolida la sua presenza nei sistemi di pagamento e delle tecnologie cashless con l’acquisizione di Ade.

Poi arriva la crisi del 2009. Bisogna tagliare i costi e recuperare produttività. Molte aziende italiane lo fanno spostando la produzione dove costa meno, delocalizzando in Cina o nei Paesi dell’Est Europa. Per N&W è vero il contrario. «La manodopera danese è più cara di quella italiana» spiega a Panorama Economy l’ingegner Ernesto Sironi, 52 anni, direttore della produzione e a capo del progetto di chiusura delle linee produttive e del loro trasferimento, premiato per avercela fatta da Confindustria e Federmanager di Bergamo alla seconda edizione del concorso Innovazione e managerialità. «E poi sostituendo i fornitori nordici con altri del Sud Europa paghiamo meno i componenti non critici. Senza contare che se tutto è riunito nelle nostre tre fabbriche di Bergamo riusciamo anche ad annullare le spese di trasporto per i componenti già acquistati in Italia». Insomma, una complessa operazione di ottimizzazione, che però è costata parecchio, in termini di risorse finanziarie e umane. «Il pay back dell’intero progetto è stimato in circa un anno e mezzo» calcola Sironi. «Molti impiegati danesi sono ora al lavoro qui da noi e il resto in patria, nella loro filiale commerciale. Certo è stato fondamentale coinvolgerli fin dall’inizio, con onestà e chiarezza, sugli obiettivi della manovra e sulle prospettive».

Stessa cosa con le aziende che fino a oggi compravano le vending machine della gamma Wittenborg dagli stabilimenti danesi e temevano il trasloco in Italia della produzione. «Abbiamo invitato i nostri clienti a visitare le nuove catene di produzione a Bergamo, convincendoli che nulla sarebbe cambiato: stesse caratteristiche del prodotto, stessa qualità». Risultato: N&W non ha perso un solo ordine.

[fonte: Panorama.it/Economia]

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